Cimitero Americano dei Falciani
Il cimitero occupa una superficie di 28 ettari che in parte si estende nel territorio comunale di Impruneta in località Falciani, e la restante parte ricade sotto l'amministrazione del comune di San Casciano Val di Pesa, in località Scopeti (FI)
Iniziato a costruire nel 1949, quando vi vengono seppellite le prime salme, viene completato nel 1959 e ufficialmente inaugurato nel 1961. Gli architetti McKim, Mead e White di New York vengono incaricati della progettazione del cimitero e del memoriale, mentre gli architetti paesaggisti Clarke e Rapuano provvedono alla sistemazione delle aree verdi.
Il cimitero sorge in un'area in lieve declivio immersa in una zona boschiva e attraversata dal fiume Greve. La monumentale costruzione del memoriale, posto alla sommità della distesa di croci bianche disposte sul pendio collinare, è individuabile anche a distanza sia percorrendo la superstrada Firenze-Siena che la via Cassia.
Il territorio circostante, caratterizzato da un'intensa e rigogliosa vegetazione, conferisce al luogo un pregevole valore ambientale e paesaggistico. Nel 1947 la Commissione americana per i monumenti di guerra, costituita nel 1923, si occupa di riunire in sepolcreti permanenti le salme dei militari caduti sul suolo straniero durante il secondo conflitto mondiale.
Due accessi dalla via Cassia convergono, tramite un percorso a esedra, all'ingresso costituito da due costruzioni speculari a un piano rivestite in marmo bianco che ospitano la portineria e una saletta di accoglienza per i visitatori. Oltrepassato il ponte sulla Greve, cipressi, platani e querce circondano il sepolcreto che si estende in lieve declivio.
Le 4.402 salme disposte in otto sezioni sono individualmente contrassegnate da croci latine per i caduti di religione cristiana e da stelle di Davide per quelli di religione ebraica.
In posizione centrale, due ampi viali alberati conducono in cima alle tre terrazze sulle quali sorge il memoriale dedicato ai caduti di guerra le cui spoglie non sono mai state recuperate. Il sacrario consiste di due atri rivolti verso valle collegati tra loro da un muro rivestito da lastre di granito rosa di Bavano su cui vi sono riportati 1.409 nomi e relativi gradi, unità di appartenenza e stato di origine dei dispersi.
All'interno dell'atrio a nord, su un'intera parete è stata realizzata una mappa con scaglie di marmo a intarsi, disegnata da Bruno Bearzi, che riproduce le operazioni belliche condotte nel nord Italia. Le iscrizioni sui pannelli di granito che ricoprono le pareti laterali descrivono la mappa con testo in inglese e in italiano.
Dal vestibolo a sud si accede, tramite una porta in bronzo e vetri, alla cappella. Si tratta di un vano di modeste dimensioni interamente ricoperto di marmi colorati, dietro l'altare di marmo nero del Belgio si trova un prezioso mosaico disegnato da Barry Faulkner e realizzato da Fabrizio Cassio, raffigurante la rimembranza. Le due paraste ai lati dell'altare sono di marmo rosso Colle mandino della Versilia così come le pareti interne, il pavimento è di lastre di marmo verde serpentino, mentre un lucernario a stelle permette alla luce diurna di filtrare all'interno della cappella.
All'esterno, sotto i due vestiboli, due fontane a getto continuo sono disposte in due vasche di forma rettangolare con rivestimento di travertino. Davanti al sacrario si eleva una stele alta 20 m di forma prismatica rivestita di travertino alla cui sommità è posta una scultura in marmo dello scultore Sidney Waugh, raffigurante lo spirito della pace.
Sì, grazie America, grazie ai suoi soldati, bianchi e neri, del nord e del sud. Io c'ero e ricordo.
RispondiEliminaRicordo anche la lotta partigiana dalle mie parti: mentre questi soldati combattevano sul fronte, vicino alla linea Gotica, i partigiani del posto si scannavano per razie e belle donne, salvo poi essere insigniti di medaglia d'oro al valore per la lotta partigiana.
Non sono sopiti i sentimenti di allora : gratitudine per un Popolo straniero e paura e disgusto per la pseudo lotta partigiana.
Errata corrige :
RispondiElimina"razzia" con due zeta.
Anche qui, a quanto vedo, si possono apprendere e apprezzare storie vere, e inedite ai più. Ti confesso che, leggendolo, sono stato colto da un senso di profonda commozione, pensando anche all'omologo cimitero di guerra americano di Montecassino, da me più volte visitato, anni or sono. Come bellezza di paesaggi, vedo che non c'è paragone tra i due: questo molto più bello di quello di Montecassino (almeno per quanto io ne ricordi, essendo trascorsi vari anni).
RispondiEliminaAnche se non è opera tua, complimenti Marcello!
Avevo anche altre foto,non le ho messe altrimenti il post veniva troppo lungo.
RispondiEliminaciao
Marcello
Anche a Nettuno, in provincia di Latina, c'è un cimitero con tante croci bianche. Ci andrò presto.
RispondiEliminaLa liberazione dovrebbe essere ricordata andando a mettere un fiore su queste tombe dimenticate