sabato 30 maggio 2009

Antidoti

I cattolici, oggi, vivono immersi nell'inquinamento. Come tutti, direte voi.
Solo che i cattolici devono respirare un miasma in più:
quel "politically correct" contro il quale non esistono scafandri

Ma antidoti sì.
Qui ne trovate qualcuno

http://209.85.129.132/search?sourceid=navclient-ff&ie=UTF-8&q=cache%3Ahttp%3A%2F%2Fwww.rinocammilleri.com%2F


mercoledì 13 maggio 2009

Se questo Papa è criticato a prescindere

http://www.libero-news.it/articles/view/544279

Ecco la preghiera deposta al Muro del Pianto .

«Dio di tutti i tempi nella mia visita a Gerusalemme, la Città della pace, casa spirituale di ebrei, cristiani e musulmani, porto di fronte a te le gioie, le speranze e le aspirazioni, le prove, le sofferenze e i disagi di tutti i tuoi popoli dovunque nel mondo. Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, ascolta il grido degli afflitti, dei timorosi, dei diseredati. Manda la pace sulla Terrasanta, sul Medio Oriente e su tutta la famiglia umana. Smuovi i cuori di tutti coloro che invocano il tuo nome affinché camminino umilmente nel sentiero di giustizia e compassione».

sabato 9 maggio 2009

" Perchè trascinare la Shoà dove non c'entra ? "

Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari onorevoli Pannella e Franceschini,
vi scrivo avendo notato il particolare interesse che nutrite in questi giorni per la storia del popolo ebraico, l'uno indossando una stella gialla (quella imposta dai nazisti agli ebrei, imitando le vecchie violenze ecclesiastiche) allo scopo di denunciare il grave scandalo che le sue iniziative sono poco seguito dai media, l'altro dichiarando che il decreto sulla sicurezza gli richiamava le leggi razziali che espulseroi i nostri padri dalla vita della nazione di cui erano cittadini settant'anni fa. Sei mesi fa lo stesso ricordo era destato da altre leggi sui nomadi, che evidentemente non sono più motivo d'allarme. Cambiano le ragioni ma resta il paragone. Capisco le alte e nobili motivazioni che vi spingono entrambi a usare per le vostre contingenti ragioni politiche degli episodi drammatici nella storia del mio popolo. L'onorevole Pannella vuol difendere gli italiani dal regime partitocratico che li opprime da sempre e l'onorevole Franceschini vede con preoccupazione l'Italia avvicinarsi al Turkmenistan: ottime lezioni di storia e geografia. Non c'è che dire, sono delle importanti ragioni per combattere. Grandi problemi collettivi. Che manchi meno di un mese alle elezioni in cui entrambi probabilmente perderanno voti e influenza naturalmente non c'entra con queste scelte, così morali di un linguaggio politico estremo. Capisco, cari onorevoli, che le vostre ragioni siano pure, e che in questo uso – diciamo un po' estensivo - dei nostri lutti, sia anche un segno di benevola attenzione nei nostri confronti; ma, da ingrato, devo confessarvi il mio disagio. Compatitemi, ma a leggere delle vostre brillanti iniziative propagandistiche, mi sento come se qualcuno, avendo urgente bisogno di farsi i propri comodi, avesse deciso di soddisfarsi sulla tomba della mia famiglia, o dovendosi lavare le mani, avesse tirato fuori dalla teca di un museo una di quelle saponette che i nazisti usavano confezionare coi corpi dei nostri morti. Funzionale, certo, ma quanto meno un po' disinvolto.
Gentile onorevoli, se volete denunciare e fare scandalo, perché non attingete al repertorio nazionale italiano e lasciate stare cose dolorose che non c'entrano? Se all'onorevole Franceschini non piacciono le leggi sugli immigrati clandestini, perché non dice che gli ricordano Radetzki, o gli unni, o i Borboni? Se Pannella vuole mostrare che è perseguitato, perché non si veste da gladiatore o da Giordano Bruno al rogo? Perché parassitare le nostre ragioni di lutto e banalizzarle? Se si incontra un funerale che non ci riguarda, è di buon gusto approfittarne per distribuire volantini? Siete fra quelli che si infilano dietro le ambulanze per saltare i semafori? Voi dite che ci sono anche alcuni ebrei che vi hanno più che giustificati, sostenuti (in particolare con l'onorevole Franceschini)? Ma quelli sono i soliti ebrei "democratici" (nel senso del PD, come prima erano ebrei "comunisti", nel senso del Pci) giornalisti e intellettuali, che amando il loro partito più del loro popolo, pensano di essere i soli giusti del tempo, probabilmente perché hanno la tessera giusta in tasca. Non rappresentano nessuno se non se stessi – e i vostri elettori, forse. Onorevoli Pannella e Franceschini, ascoltate me. Se volete bene al popolo ebraico e avete rispetto e magari portate la colpa collettiva delle leggi razziali e di quel che ne seguì, parlate di Odoacre e di Silvio Pellico e non trascinate la Shoà dove non c'entra. Se proprio vi interessa combattere il nazismo, occupatevi del tentativo di Shoà prossima ventura, che si progetta in Iran e dintorni. Ve ne sarò grato.

martedì 5 maggio 2009

Chi sa insegnarmi a fare dentro di me il silenzio ?

Beata Teresa di Calcutta (1910-1997), fondatrice delle Suore Missionarie della Carità
No Greater Love


« Le mie pecore ascoltano la mia voce »


Riterrai difficile pregare, se non sai come fare. Ognuno di noi deve aiutare se stesso a pregare: in primo luogo, ricorrendo al silenzio; non possiamo infatti metterci in presenza di Dio se non pratichiamo il silenzio, sia interiore che esteriore. Fare silenzio dentro di sè non è facile, eppure è uno sforzo indispensabile; solo nel silenzio troveremo una nuova potenza e una vera unità. La potenza di Dio diverrà nostra per compiere ogni cosa come conviene; lo stesso sarà riguardo all'unità dei nostri pensieri con i suoi pensieri, all'unità delle nostre preghiere con le sue preghiere, all'unità delle nostre azioni con le sue azioni, della nostra vita con la sua vita. L'unità è il frutto della preghiera, dell'umiltà, dell'amore.

Nel silenzio del cuore, Dio parla; se starai davanti a Dio nel silenzio e nella preghiera, Dio ti parlerà. E saprai allora che non sei nulla. Soltanto quando riconoscerai il tuo non essere, la tua vacuità, Dio potrà riempirti con se stesso. Le anime dei grandi oranti sono delle anime di grande silenzio.

Il silenzio ci fa vedere ogni cosa diversamente. Abbiamo bisogno del silenzio per toccare le anime degli altri. L'essenziale non è quello che diciamo, bensì quello che Dio dice – quello che dice a noi, quello che dice attraverso di noi. In un tale silenzio, egli ci ascolterà; in un tale silenzio, parlerà alla nostra anima, e udremo la sua voce.

sabato 2 maggio 2009

Il potere della "Cosa"

“Qual è la tua ipotesi?” domandai a Bouval. “Secondo te quale poteva essere il vero scopo dei costruttori delle piramidi?”

“Non le costruirono di certo perché volevano una tomba eterna” mi rispose deciso. “A mio avviso, erano sicurissimi che sarebbero vissuti in eterno. Fatto sta che,chiunque fossero questi costruttori,ci riuscirono:riuscirono a trasmettere la potenza delle loro idee attraverso qualcosa che è a tutti gli effetti eterno. Riuscirono a creare una forza che è funzionale di per sé, ammesso che la si comprenda, e quella forza è costituita dalle domande che ti sfida a porre. Secondo me conoscevano alla perfezione la mente umana. Conoscevano il gioco del rito....Giusto? Parlo sul serio. Sapevano il fatto loro. Sapevano di poter iniziare la gente al loro modo di pensare in un futuro molto lontano anche se non potevano essere presenti di persona. Sapevano che potevano riuscirci creando una macchina eterna, la cui funzione fosse quella di generare domande.”

Immagino di aver reagito con un’espressione perplessa.

“La macchina sono le piramidi!” esclamò Bouval. “Anzi, l’intera necropoli di Giza. E guarda noi. Che stiamo facendo? stiamo facendo domande. Ce ne stiamo qui tremanti, ad un’ora impossibile, a fissare il sole che sorge e poniamo domande, una infinità di domande, proprio come siamo stati programmati per fare. Il fatto è che siamo nelle mani di veri maghi ed i veri maghi sanno che con i simboli -con i simboli giusti, le domande giuste- possono guidarci ad iniziarci da soli. A condizione, cioè, che siamo persone che si pongono domande. E, se lo siamo, allora nello stesso momento in cui cominciamo a porci domande sulle piramidi cominciamo ad imbatterci in tutta una serie di risposte che portano ad altre domande, e poi ad altre domande ancora finché finalmente ci iniziamo da soli...”

“Spargi il seme...”

“Si, spargevano il seme. Credimi, erano dei maghi e conoscevano il potere delle idee.....Sapevano come far crescere e sviluppare le idee nella mente delle persone. E se si parte da questo genere di idee, e si segue il processo di ragionamento come ho fatto io, si arriva a cose tipo Orione e il 10.450 a.C. In breve, si tratta di un processo che funziona autonomamente. Una volta entrato, una volta fissato nel subconscio, diventa una conversione spontanea. Una volta che è presente non gli si può assolutamente resistere...”

“Tu parli come se il culto di Giza, qualunque fosse –Incentrato sulla precessione (degli equinozi, mia nota), sulla geometria, sulle piramidi, sui Testi delle piramidi- parli come se tutto questo esistesse ancora.”

“Ed in un certo senso esiste davvero” rispose Robert (Bouval). “Anche se il guidatore non è più dietro il volante, la necropoli di Giza è ancora una macchina progettata per suscitare domande.”

Tacque ed indicò la cima della Grande Piramide dove Santha ed io nove mesi prima c’eravamo arrampicati, in piena notte.

“Guarda la sua forza”, riprese. “Cinquemila anni dopo ti prende ancora. Ti coinvolge che tu lo voglia o no...Ti costringe ad iniziare un processo cognitivo....Ti costringe ad apprendere. Nel momento stesso in cui ti poni una domanda che la riguarda fai una domanda di ingegneria, fai una domanda di geometria, fai una domanda di astronomia. Quindi ti costringe ad apprendere nozioni di ingegneria, di geometria, di astronomia, e a poco a poco cominci a renderti conto di quanto sia sofisticata, di quanto i suoi costruttori dovevano essere intelligenti, abili ed edotti, la qual cosa ti costringe a porti domande sull’umanità, sulla storia umana, e infine su te stesso.
Vuoi riuscire a capire.

Ecco, questo è il Potere della "Cosa”

Da “IMPRONTE DEGLI DEI” di Graham Hancock –Il Corbaccio-