giovedì 23 aprile 2009

Dio è una variabile indipendente.

E’ particolarmente scoraggiante, dal punto di vista evolutivo, ma anche dal punto di vista scientifico per la verità, la specie di editto in virtù del quale, un musulmano non può ricevere o donare organi ad un esponente di altra religione e viceversa.

Ho paura di queste manifestazioni di religioni che, in linea teorica, dovrebbero unire anziché dividere.
Gesù, dove è finito il tuo “buon Samaritano”? Cosa ne hanno fatto?

Ho paura delle religioni in genere e della loro sicurezza: della sicurezza dell’esistenza di Dio, del definirsi rappresentanti dello stesso Dio in terra, di come pretendono di pontificare sul Bene e sul cosiddetto Male, ecc.

Ma da dove deriva loro, questa sicurezza, Dio solo lo sa.

E poi, è proprio così importante avere la sicurezza della Sua esistenza? Si è proprio sicuri di volere avere la certezza di questa esistenza?

Se, Dio non voglia, dovessimo averne la certezza, la nostra vita non sarebbe altro che una noiosa litania di paure e di uniformità di comportamento, sarebbe una noia, insomma, la tomba dell’Evoluzione spirituale.

Si vuole, invece, mettere la noiosa certezza con il meraviglioso Dubbio? Con la Fede non fideistica agostiniana bensì quella complementare alla Ragione?

Insomma non sarebbe un ottimo indicatore evolutivo il fatto che ci comportassimo in maniera civile perché la nostra Ragione ci dice di farlo e non perché c’è la sicurezza di un Dio che starebbe sempre lì attento a quel che facciamo ed implacabile nella punizione, magari eterna, altra grande eresia, questa?

E queste religioni, poi, che pretendono di rappresentare il Dio in terra!

Ma veramente credono che questa enorme Forza, Spinta Creatrice, impensabile per la nostra mente, questa Intelligenza infinita, abbia bisogno di essere rappresentata?

Ma andiamo, signori!! Questo è puerile.

Così come è puerile chi, non dando credito alle religioni, esclude l’esistenza di Dio come se le stesse religioni ne avessero l’esclusiva. Parafrasando un celebre detto sindacalese, si può dire che Dio è una variabile indipendente dalle religioni.

Ed è anche puerile chi dice che se Dio vuole che si creda in Lui, si facesse vedere, si mostrasse, facesse qualche eclatante miracolo.

Questo discorso è un po’ come se un batterio dicesse che non crede al Sole: che questi si facesse vedere ed allora il discorso sarebbe diverso…

Ma il fatto è che il Sole esiste, è lì e se non ci fosse, il batterio morirebbe. Punto.

Ecco, il discorso è simile ed ancora: ma perché mai Dio dovrebbe dimostrare qualcosa ed a chi?

Ma veramente si crede che abbia di queste esigenze?

Ecco perché le religioni mi fanno paura: perché, dicono loro, hanno certezze.

Ed io delle certezze non mi fido e sono, per di più, dannose, addormentano il cervello: è così e basta, è inutile pensare.

Molto meglio il benefico Dubbio: stimola il cervello ed è una perfetta macchina virtuale che costringe a farsi domande e quindi, a pensare.

Ed è proprio nel fatto che noi,non avremo mai la certezza della Sua esistenza, che io ci vedo Dio.

Ed il Dubbio è un Suo magnifico dono.

2 commenti:

  1. Dio è una variabile indipendente: e l'uomo?
    ciao
    Marcello

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  2. Le tue parole, amico Fort, mi disegnano una miriade di ghirigori nella mente e mi si accavallano pensieri, immagini, ricordi, luci forti che si alternano al buio profondo, ma su tutto un sorriso che nasce chiaro quando tu invochi Dio e il suo aiuto.
    E poi parli di "Dubbio", e lo scrivi maiuscolo, e io lo configuro con due grandi occhi spalancati e intenti a guardare, a scrutare verso un'orizzonte che a mala pena vede, o meglio indovina.
    La ragione.
    La ragione dovrebbe sempre andare a braccetto del buon senso,perché quella signora è altrettanto rigida di certe religioni e spesso conduce a conclusioni un po'...integraliste, ma il buon senso le ammorbidirà.

    "Ed è proprio nel fatto che noi,non avremo mai la certezza della Sua esistenza, che io ci vedo Dio.

    Ed il Dubbio è un Suo magnifico dono."

    Queste parole sono perfette.
    Ciao Fort, sono contenta di averti conosciuto. Ambra

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