Come trattiamo Cristo, così trattiamo tutta la realtà [Se "la realtà è Cristo" quest'affermazione dovrebbe essere evidentissima]"
E' una cosa terribilmente vera! Trattate vostro padre, vostra madre, la vostra ragazza, lo studio, voi stessi, la gente che incontrate, la compagnia, la natura, il tempo quando vi alzate al mattino, tutto questo noi trattiamo come trattiamo Cristo, cioè come trattiamo quella Presenza.(...) Sarebbe interessante dettagliare, perchè quello che ci impedisce (katekon) di trattare bene quella presenza è lo stesso atteggiamento che ci impedisce di trattare bene la donna a cui si vuol bene, il padre, la madre, nonostante tutte le apparenze: è un incadaverarsi, è un insepolcrarsi nella nostra misura. (...) E tu non tratti la tua ragazza che così, non abbordi il problema dello studio che così, non ti spalanchi a quella Presenza. (L. Giussani, Uomini senza patria, pag.130 e ss)
Quella Presenza è la Presenza di Cristo, origine, consistenza e fine di ogni cosa, di ogni persona, di ogni circostanza. Ma siamo inconsapevoli o dimentichi di questa grande Presenza.
E il risultato è la disumanità dei nostri rapporti e della nostra quotidianità...
E' una cosa terribilmente vera! Trattate vostro padre, vostra madre, la vostra ragazza, lo studio, voi stessi, la gente che incontrate, la compagnia, la natura, il tempo quando vi alzate al mattino, tutto questo noi trattiamo come trattiamo Cristo, cioè come trattiamo quella Presenza.(...) Sarebbe interessante dettagliare, perchè quello che ci impedisce (katekon) di trattare bene quella presenza è lo stesso atteggiamento che ci impedisce di trattare bene la donna a cui si vuol bene, il padre, la madre, nonostante tutte le apparenze: è un incadaverarsi, è un insepolcrarsi nella nostra misura. (...) E tu non tratti la tua ragazza che così, non abbordi il problema dello studio che così, non ti spalanchi a quella Presenza. (L. Giussani, Uomini senza patria, pag.130 e ss)
Quella Presenza è la Presenza di Cristo, origine, consistenza e fine di ogni cosa, di ogni persona, di ogni circostanza. Ma siamo inconsapevoli o dimentichi di questa grande Presenza.
E il risultato è la disumanità dei nostri rapporti e della nostra quotidianità...
Sembra quasi un invito a santificarsi. Momenti di grande slancio altruistico, come questi auspicati da don Giussani, in tutti i bambini si verificano. Poi, col crescere, moltissimi cambiano atteggiamento e si trasformano, chi più chi meno, quasi completamente. D'altronde, la strada della virtù e santità la sanno imboccare e mantenere in pochi!
RispondiEliminaCiao.
Mi sembra di leggere Manzoni quando parla di Gertrude adolescente e dei suoi slanci di cui approfitta il principe padre ^___^. (Se vuoi rinfrescarti le idee, ne parlo qui: http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=185&id_n=5293 )
RispondiEliminaE' vero: tali slanci sono propri dei bambini e degli adolescenti e poi capita che diventiamo aridi e cinici.
Finchè non accade un incontro inaspettato e affascinante che rende affascinante il seguire Cristo e amare quell'uomo-Dio che ha deciso di stare sempre con noi attraverso la semplice umanità di coloro che si lasciano da Lui coinvolgere.
La santità che Giussani ci presenta non è santità da altare, quella santità che ci piace ammirare dal basso in alto per timore di esserne contagiati.
Ma la santità quotidiana di chi si lascia condurre da Cristo dentro le vicende quotidiane, nel rapporto con l'uomo, la donna, le cose, le circostanze.
Niente di complicato: è di una semplicità impressionante, perchè non si tratta di far violenza a sé stessi in modo moralistico, ma di seguire un'attrattiva vincente.
E quando si è innamorati si fa tutto per la persona amata.
Pensa che bello vivere sempre come degli innamorati!