Oggi, nelle città di Monza e Sesto San Giovanni è la festa patronale dedicata a San Giovanni Battista.
Il Duomo di Monza è dedicato al Battista, per volontà di Teodolinda.
Il libro Teodolinda la Longobarda - di Alberto Magnani e Yolanda Godoy, Edizioni Jaca Book - contiene la storia relativa a quella dedica, che trascrivo integralmente.
La regina dimostrò sempre particolare attaccamento a questa città (Monza), più piccola e raccolta della capitale (che Teodolinda aveva fatto spostare da Pavia a Milano, durante la sua reggenza). Il palazzo milanese doveva essere in gran parte vecchio e cadente, mentre a Monza Teodolinda si fece costruire una dimora nuova, rinunciando persino a servirsi di un edificio già esistente, eretto per volontà di Teodorico. Al palazzo era annessa la chiesa: i lavori erano già terminati, o giunti comunque a uno stadio avanzato, nel 603, quando vi fu battezzato il figlio (Adaloaldo). La chiesa venne dedicata a San Giovanni Battista, con evidente riferimento al rito cattolico del battesimo e dunque in funzione antiariana (dello stesso libro, leggere il capitolo relativo alla questione su: Teodolinda, cattolica tricapitolina). Tre codici della "Storia dei Longobardi" di Paolo Diacono, nel paragrafo ove si parla della costruzione della chiesa, presentano un brano in aggiunta, che non figura in nessun altro codice. Il brano deriva da una fonte comune proveniente, pare, dall'ambiente monzese: si può quindi ipotizzare una sostanziale fondatezza delle informazioni ivi contenute. Questo breve testo spiega che
"la regina fondò la chiesa e la dedicò a San Giovanni, a beneficio suo, di suo marito, dei figli e delle figlie e di tutti i Longobardi d'Italia, perchè San Giovanni fosse intercessore presso il Signore in favore di tutti i Longobardi d'Italia, ed essi fecero voto unanimi, i maggiorenti con il loro re insieme con la regina Teodolinda, e dissero "Se S.Giovanni sarà nostro intercessore di fronte a nostro Signore Gesù Cristo, noi tutti unanimemente ci impegnamo ogni anno, nel giorno della sua nascita, cioè il 24 giugno, ad offrirgli parte dei nostri beni in segno di rispetto, perchè attraverso la sua mediazione ci giunga il soccorso di nostro Signore Gesù Cristo, in guerra come in ogni luogo dovunque andremo".
Da quel giorno, pertanto, in tutte le loro azioni si misero ad invocare San Giovanni, perchè offrisse loro aiuto per grazia di nostro Signore Gesù Cristo e rimanessero incolumi e riuscirono vincitori sopra tutti i loro nemici".Notevole è il fatto che la cerimonia, di cui si conserva il ricordo nel brano, riproduca riti pagani germanici, in particolare le offerte sacrificali per garantirsi la protezione del dio Wotan. Come facevano con il loro dio della guerra, i Longobardi stipulano un patto con San Giovanni, a partire dalla dedicazione della chiesa, promettendogli un'offerta annua in cambio del suo patronato. La famiglia reale, ma, soprattutto Teodolinda, insieme con i maggiorenti del regno, si propongono come intermediari fra il santo e il popolo.
per saperne di più, vedere anche questo articolo dell'omologo Marsh, cliccando qui
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