Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Cari onorevoli Pannella e Franceschini,
vi scrivo avendo notato il particolare interesse che nutrite in questi giorni per la storia del popolo ebraico, l'uno indossando una stella gialla (quella imposta dai nazisti agli ebrei, imitando le vecchie violenze ecclesiastiche) allo scopo di denunciare il grave scandalo che le sue iniziative sono poco seguito dai media, l'altro dichiarando che il decreto sulla sicurezza gli richiamava le leggi razziali che espulseroi i nostri padri dalla vita della nazione di cui erano cittadini settant'anni fa. Sei mesi fa lo stesso ricordo era destato da altre leggi sui nomadi, che evidentemente non sono più motivo d'allarme. Cambiano le ragioni ma resta il paragone. Capisco le alte e nobili motivazioni che vi spingono entrambi a usare per le vostre contingenti ragioni politiche degli episodi drammatici nella storia del mio popolo. L'onorevole Pannella vuol difendere gli italiani dal regime partitocratico che li opprime da sempre e l'onorevole Franceschini vede con preoccupazione l'Italia avvicinarsi al Turkmenistan: ottime lezioni di storia e geografia. Non c'è che dire, sono delle importanti ragioni per combattere. Grandi problemi collettivi. Che manchi meno di un mese alle elezioni in cui entrambi probabilmente perderanno voti e influenza naturalmente non c'entra con queste scelte, così morali di un linguaggio politico estremo. Capisco, cari onorevoli, che le vostre ragioni siano pure, e che in questo uso – diciamo un po' estensivo - dei nostri lutti, sia anche un segno di benevola attenzione nei nostri confronti; ma, da ingrato, devo confessarvi il mio disagio. Compatitemi, ma a leggere delle vostre brillanti iniziative propagandistiche, mi sento come se qualcuno, avendo urgente bisogno di farsi i propri comodi, avesse deciso di soddisfarsi sulla tomba della mia famiglia, o dovendosi lavare le mani, avesse tirato fuori dalla teca di un museo una di quelle saponette che i nazisti usavano confezionare coi corpi dei nostri morti. Funzionale, certo, ma quanto meno un po' disinvolto.
Gentile onorevoli, se volete denunciare e fare scandalo, perché non attingete al repertorio nazionale italiano e lasciate stare cose dolorose che non c'entrano? Se all'onorevole Franceschini non piacciono le leggi sugli immigrati clandestini, perché non dice che gli ricordano Radetzki, o gli unni, o i Borboni? Se Pannella vuole mostrare che è perseguitato, perché non si veste da gladiatore o da Giordano Bruno al rogo? Perché parassitare le nostre ragioni di lutto e banalizzarle? Se si incontra un funerale che non ci riguarda, è di buon gusto approfittarne per distribuire volantini? Siete fra quelli che si infilano dietro le ambulanze per saltare i semafori? Voi dite che ci sono anche alcuni ebrei che vi hanno più che giustificati, sostenuti (in particolare con l'onorevole Franceschini)? Ma quelli sono i soliti ebrei "democratici" (nel senso del PD, come prima erano ebrei "comunisti", nel senso del Pci) giornalisti e intellettuali, che amando il loro partito più del loro popolo, pensano di essere i soli giusti del tempo, probabilmente perché hanno la tessera giusta in tasca. Non rappresentano nessuno se non se stessi – e i vostri elettori, forse. Onorevoli Pannella e Franceschini, ascoltate me. Se volete bene al popolo ebraico e avete rispetto e magari portate la colpa collettiva delle leggi razziali e di quel che ne seguì, parlate di Odoacre e di Silvio Pellico e non trascinate la Shoà dove non c'entra. Se proprio vi interessa combattere il nazismo, occupatevi del tentativo di Shoà prossima ventura, che si progetta in Iran e dintorni. Ve ne sarò grato.
Cari onorevoli Pannella e Franceschini,
vi scrivo avendo notato il particolare interesse che nutrite in questi giorni per la storia del popolo ebraico, l'uno indossando una stella gialla (quella imposta dai nazisti agli ebrei, imitando le vecchie violenze ecclesiastiche) allo scopo di denunciare il grave scandalo che le sue iniziative sono poco seguito dai media, l'altro dichiarando che il decreto sulla sicurezza gli richiamava le leggi razziali che espulseroi i nostri padri dalla vita della nazione di cui erano cittadini settant'anni fa. Sei mesi fa lo stesso ricordo era destato da altre leggi sui nomadi, che evidentemente non sono più motivo d'allarme. Cambiano le ragioni ma resta il paragone. Capisco le alte e nobili motivazioni che vi spingono entrambi a usare per le vostre contingenti ragioni politiche degli episodi drammatici nella storia del mio popolo. L'onorevole Pannella vuol difendere gli italiani dal regime partitocratico che li opprime da sempre e l'onorevole Franceschini vede con preoccupazione l'Italia avvicinarsi al Turkmenistan: ottime lezioni di storia e geografia. Non c'è che dire, sono delle importanti ragioni per combattere. Grandi problemi collettivi. Che manchi meno di un mese alle elezioni in cui entrambi probabilmente perderanno voti e influenza naturalmente non c'entra con queste scelte, così morali di un linguaggio politico estremo. Capisco, cari onorevoli, che le vostre ragioni siano pure, e che in questo uso – diciamo un po' estensivo - dei nostri lutti, sia anche un segno di benevola attenzione nei nostri confronti; ma, da ingrato, devo confessarvi il mio disagio. Compatitemi, ma a leggere delle vostre brillanti iniziative propagandistiche, mi sento come se qualcuno, avendo urgente bisogno di farsi i propri comodi, avesse deciso di soddisfarsi sulla tomba della mia famiglia, o dovendosi lavare le mani, avesse tirato fuori dalla teca di un museo una di quelle saponette che i nazisti usavano confezionare coi corpi dei nostri morti. Funzionale, certo, ma quanto meno un po' disinvolto.
Gentile onorevoli, se volete denunciare e fare scandalo, perché non attingete al repertorio nazionale italiano e lasciate stare cose dolorose che non c'entrano? Se all'onorevole Franceschini non piacciono le leggi sugli immigrati clandestini, perché non dice che gli ricordano Radetzki, o gli unni, o i Borboni? Se Pannella vuole mostrare che è perseguitato, perché non si veste da gladiatore o da Giordano Bruno al rogo? Perché parassitare le nostre ragioni di lutto e banalizzarle? Se si incontra un funerale che non ci riguarda, è di buon gusto approfittarne per distribuire volantini? Siete fra quelli che si infilano dietro le ambulanze per saltare i semafori? Voi dite che ci sono anche alcuni ebrei che vi hanno più che giustificati, sostenuti (in particolare con l'onorevole Franceschini)? Ma quelli sono i soliti ebrei "democratici" (nel senso del PD, come prima erano ebrei "comunisti", nel senso del Pci) giornalisti e intellettuali, che amando il loro partito più del loro popolo, pensano di essere i soli giusti del tempo, probabilmente perché hanno la tessera giusta in tasca. Non rappresentano nessuno se non se stessi – e i vostri elettori, forse. Onorevoli Pannella e Franceschini, ascoltate me. Se volete bene al popolo ebraico e avete rispetto e magari portate la colpa collettiva delle leggi razziali e di quel che ne seguì, parlate di Odoacre e di Silvio Pellico e non trascinate la Shoà dove non c'entra. Se proprio vi interessa combattere il nazismo, occupatevi del tentativo di Shoà prossima ventura, che si progetta in Iran e dintorni. Ve ne sarò grato.
Cara Ambra.
RispondiEliminaIsraele è come Berlusconi: mettere in mezzo, a torto o a ragione,a proposito o a sproposito, queste Entità, c'è tutto da guadagnare in visibilità.
Ed i politici, si sa, hanno pelo sullo stomaco e non si fanno scrupoli.
Non credo valga la pena di prendersela.
Commiserarli, ecco.
Ciao.
Non ragioniam di lor ma guarda e passa.
RispondiEliminaciao
Marcello
Sai come dicono qui a Milano di gente come questa (nel caso espresso in questa lettera: Pannella e Franceschini): "che vaghen a scuà 'l mar".
RispondiEliminaE con questo ho detto di tutto il bene possibile che penso di questi due.