lunedì 28 gennaio 2013

Santa Giuseppina Bakhita

Santuario Madonna del Rosario - Vimercate

Quel giorno le campane di Vimercate suonavano a distesa, ed io, da una stanza del suo vecchio ospedale non ne capivo le ragioni: venivo da fuori, e non ero informato di quanto stava avvenendo in  città. Il motivo lo intuii più tardi, quando una suora, in visita ai reparti, mi donò un santino con l'effige di colei che era stata canonizzata quel giorno in San Pietro. L'immaginetta, ben conservata, reca scritto Madre Giuseppina Bakhita, con sotto la foto di una suora nera. Più sotto sta scritto che è la prima santa africana.

Madre Giuseppina Bakhita - dal Forum Virgilio

Era la domenica I° ottobre 2000, e fu solo anni dopo, ripensando a quel giorno, che capii le vere ragioni di tanta festa: suor Bakhita aveva trascorso due anni nel noviziato di quella città. Era giunta lì da Schio, per dare una mano alle consorelle, sciegliendo spontaneamente di svolgervi servizi umili e faticosi. Era il 1937, e suor Giuseppina, già in odore di santità, aveva 68 anni. Durante quei due anni di soggiorno a Vimercate, visitò alcuni centri canossiani, dislocati soprattutto nel nord Italia. Durante una di quelle visite, pervenne a Nova Milanese.
Nova in quegli anni era ancora un piccolo centro, prettamente rurale, di nemmeno 5000 abitanti, che vivevano all'interno di corti e cortili, 45 delle quali resistono tuttora, quale segno distintivo di questa cittadina brianzola. C'era un solo asilo, distante pochi passi dalla chiesa parrocchiale. Fungeva anche da oratorio femminile, e conteneva un'aula adibita a scuola di cucito. Le suore, dell'Ordine Canossiano, dimoravano al piano superiore dell'asilo. In una di quelle stanze visse il suo periodo novese suor Bakhita. Ancora oggi, anziani del luogo, che allora avevano tra i 6 e i 10 anni, hanno un vivo ricordo della "suora nera" della loro infanzia. Li intratteneva nel gioco, accompagnandoli poi in chiesa per le funzioni. L'asilo era stato costruito nel 1913, rapidamente, e con gli scarsi mezzi finanziari del tempo. Alla fine degli anni '80, non più a norma con le direttive moderne, l'asilo venne demolito. Ora, in tutto il comprensorio comunale esistono almeno cinque nuovi moderni asili. Del vecchio asilo, dove soggiornò la Santa, non esiste più nulla.

Dopo la canonizzazione di suor Bakhita, l'amministrazione novese dovette decidere se dedicarle o meno un appropriato spazio o luogo pubblico, che ricordasse degnamente il suo passaggio da questo territorio. L'imput venne da una petizione popolare. Fu creato un parco, che venne intitolato alla Santa. Così nacque Parco Bakhita di Nova Milanese, nel 2007 (vedi anche il post Toponomastica femminile). E' bene ricordare che la causa di beatificazione di suor Bakhita era iniziata nel 1959, ad appena 12 anni dalla sua morte, indice questo di grande santità.

Ciò nonostante, però, Santa Bakhita restava sempre sconosciuta al grande pubblico. Ci ha pensato Rai1 a rompere il silenzio, realizzando, nel 2008, la ponderosa fiction romanzata: Bakhita.
Trasmessa su Rai1 il 5 aprile 2009, è stata riproposta da Tv2000, nelle sere del 19 e 20 maggio scorso. La fiction ripercorre tutta la vita della santa, dalla nascita fino all'arrivo a Venezia, discostandosi un poco dalla storia vera, ma solo per esigenze cinematografiche, e senza però snaturarne l'essenza. Nella fiction il racconto della vita di suor Bakhita si interrompe nel punto in cui viene battezzata, cresimata, e pronuncia poi i voti che le consentiranno di entrare nell'Ordine delle suore Canossiane. Stando alla storia vera siamo nel 1896.


1/6/2012 - Parco comunale Bakhita - Nova Milanese - foto di Mariella Simonetta

La news di Antonio Socci, del Natale 2008, dedicata totalmente alla santa, può essere considerata una sorta di panegirico, sulla falsariga di quanto Dante scrisse di San Francesco nella Divina Commedia, 700 anni fa (Paradiso, Canto XI). Per conoscenza, trascrivo alcuni brani della news:

..."La padrona quel giorno si annoiava, così decise di far seviziare le tre ragazzine nere che aveva comprato come schiave: avevano circa 10 o 11 anni. Bakhita fu bloccata a terra e con un rasoio le fecero 114 tagli nella carne. Poi riempirono di sale le ferite. Così, per divertimento. Perché era considerata una cosa dai padroni musulmani.

All’età di sette anni, nel 1876, era stata rapita nel suo villaggio sudanese e venduta come schiava quattro volte. Aveva conosciuto solo la ferocia. Così è la storia umana senza Gesù. ...

... Morta nel 1947, è stata proclamata santa nel 2000. Non c’è situazione tanto estrema e drammatica che non possa essere raggiunta e liberata da Dio fatto uomo. Anche oggi, tempo di diverse schiavitù. ...".

Di lei sono stati scritti diversi saggi, due dei quali scandagliano a fondo il pensiero della santa. Nel primo, "A Sua immagine", di Cànopi Anna Maria, Edizioni Emp, viene accomunata ad altri tredici mistici, dalla santità altrettanto eroica, tra i quali: Elisabetta della Trinità, Silvano del Monte Athos , Faustina Kowalska, Luigi Orione, Massimiliano Maria Kolbe, Edith Stein.
Nel secondo, "Quarto libro dei ritratti di santi", di Antonio Maria Sicari, Edizioni Jaca Book, viene ritratta in compagnia di altri "grandi santi". Tra di loro: Chiara d'Assisi, Antonio di Padova, Rita da Cascia.

Qui il trailer del film della Rai: http://youtu.be/w3NdcWR9mSs

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Dal Diario dell'11 giugno 2012 

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